Perfino quando ridiamo

Siamo 4 donne. Quando stiamo insieme riusciamo a ridere anche se siamo tristi. Ci facciamo i complimenti per il rossetto e per il fard, ci guardiamo nello specchietto che passa di mano in mano. L’esordio dei nostri discorsi sono i figli e poi si finisce sempre ai mariti. Per questo, le voci all’inizio sono dolci e gentili ma a poco a poco si fanno sempre più rozze. Ci piace molto parlare dei nostri tradimenti. Ora ci conosciamo bene e sappiamo in che modo ognuna tradisce.  C’è una di noi che ci sconvolge sempre: quando si arrabbia sputa nel kebab del marito. Ci racconta storie raccapriccianti che ci fanno contorcere lo stomaco. Ci tappiamo le orecchie e la supplichiamo di non andare oltre, ma lei ride a crepapelle e continua a parlare. Secondo noi è una donna infantile perché conosce un solo tipo di vendetta.
Un’altra deruba il marito, lo fa davanti ai suoi occhi, di nascosto, quando dorme, quando è sveglio, quando sono in casa e quando escono a fare compere. Per imbrogliarlo arriva perfino a falsificare le bollette dell’acqua e della luce. È sempre intenta a fare magheggi, è una vera prestigiatrice!
Io invece ho fatto un altro affare nella mia vita. Sono anni che mio marito è d’arredamento in casa, come un termosifone all’angolo o azzarderei perfino un piatto sul tavolo. Io non lo amo più e lui ogni giorno diventa qualcos’altro da un marito che dovrebbe trovarsi in casa.
Solo una di noi ancora non si è pronunciata sul tradimento. La fissiamo tutte. Si era deciso che in questo gruppo di amiche ognuna di noi avrebbe rivelato il proprio segreto. Intuiamo che il suo è un nuovo tipo di tradimento perché ha un’espressione triste dall’inizio dell’incontro. Con gli occhi traboccanti di curiosità, ci avviciniamo a lei con le sedie.
Dopo un silenzio che rivela ciò che tutte noi stiamo pensando, i suoi occhi si chiudono e a disagio dice:
– Anch’io… anch’io ho tradito.-
Tiriamo un respiro di sollievo e una di noi dice:
– Ottimo… continua. –
– Non lui. Me stessa. –
– Quanto la fai lunga! –
– Negli ultimi anni non ho mai vissuto come voleva il mio cuore. –
– Perché, il tuo cuore cosa voleva?-
– Non lo so… Non so più neanche questo. –
Rimaniamo tutte in silenzio. Una di noi tira fuori dalla borsa il rossetto e ce lo passa. Tutte noi, senza guardarci allo specchio, ci trucchiamo ancora di più le guance e le labbra e poi torniamo a casa.

Dalla raccolta di racconti brevi ‘hattā vaqti mikhandim‘, Faribā Vafi.

Traduzione di Federica Ponzo e Sara Haghighatpajooh

Ascolta la lettura in italiano di Federica Ponzo:

Ascolta la lettura in in persiano di Farnaz Golparvar:

Lascia un commento