2020: anno d’oro per il cinema iraniano

In un anno anomalo anche per il cinema, tra sale chiuse, visioni in streaming e produzioni bloccate, l’Iran ha fatto la parte del leone nel circuito dei festival internazionali per varietà di proposte e qualità dei premi ricevuti. Come forse non accadeva da una ventina d’anni, due Oscar a parte.

La prima rassegna importante in ordine di tempo, la Berlinale, si è conclusa infatti con la vittoria di Mohammad Rasoulof. Il suo There Is No Evil, potente film a episodi sulla pena di morte, ha conseguito l’Orso d’oro, creando non pochi problemi a un autore già vittima in passato della giustizia e della censura della Repubblica Islamica. Sotto silenzio è passato un altro ottimo film fuori concorso, The Alien: Namo, dell’esordiente Nader Saeivar, cui ha collaborato senza criptare il suo nome anche un vecchio compagno di disavventure di Rasoulof: Jafar Panahi. Il film si è poi visto anche al Taormina.

Annullata la Croisette cannense, il principale appuntamento mondiale non poteva che essere la Mostra di Venezia, per altro tenutasi in presenza, approfittando della bassa diffusione estiva del coronavirus. In Laguna, l’ultima fatica di Majid Majidi, Khorshid, è stata ammessa al concorso principale. Ciò non è accaduto spesso negli ultimi anni al cinema persiano, eccezion fatta per i soliti noti, ed è stata la prima volta per il veterano cineasta, che ha fornito una buona prova, in linea con la sua produzione, suggellata dal premio Mastroianni al giovanissimo attore Ruohollah Zamani. Ma è nella sezione Orizzonti che l’Iran ha dato il meglio, con due opere di pregevole fattura come Careless Crime del visionario Shahram Mokri, e The Wasteland di Ahmad Bahrami, che si è aggiudicato il primo premio.

A chiudere l’anno in bellezza è giunto il trionfo al Torino Film Festival – miglior film e migliore sceneggiatura – per un altro esordiente nel lungometraggio di fiction, Kaveh Mazaheri, con il rigoroso e inafferrabile Botox. C’è stato anche anche un colpo di coda a fine dicembre, in un festival minore che segnaliamo a rappresentanza delle molte rassegne che hanno incoronato film iraniani: ad Asiatica Film Festival è giunto a sorpresa No Choice di Reza Dormishian, e si è aggiudicato il titolo di miglior lungometraggio.

Una vera scorpacciata di riconoscimenti a volti nuovi è giunta dopo alcuni anni non proprio esaltanti, ma in cui si muovevano, sotterranei, giovani autori di grande interesse. Tutto sembra preannunciare un futuro ricco di soddisfazioni per il cinema iraniano.

Qui sotto diretta e podcast dell’incontro del 21 gennaio con Antonello Sacchetti e Claudio Zito.

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